da Isabella Guarini
Caro CSF, l’uomo che non c’è mi ricorda “peccato che sia una canaglia”, film con una bellissima Sofia e un attempato De Sica. Nell’ intervista di Otto e mezzo appare un gran simpatico e non riesco a capire come abbiano potuto inveire, con la K , contro quel signore che nel vestire pone tanta accortezza da dosare tutte le sfumature di uno stesso colore, dal grigio fumo di Londra dell’abito, all’azzurro della camicia che fa da sfondo alla cravatta a fasce oblique, direi a 45°, in azzurro, azzurro più carico, fino al blu profondo. Passaggi di tonalità accuratamente accostate, senza improvvisi cambi di colore. Ritanna è in sintonia con il suo maglioncino azzurro cenere e la collana celeste trasparente. Niente a che vedere con Giuliano che passa dal rosso al grigio quasi nero e Sabelli Fioretti tutto rosso.Poi vi sono gli eufemismi dell’ affievolimento della forza vitale, invece di depressione, e gli ossimori, oscurità trasparente, intelligenza ossessiva. Ma il più bello è quello del buonista prepotente.
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