da Paolo Beretta
Arienti, nei tempi antichi l’unico che poteva parlar male del Re era il buffone di corte. Manco il sovrano lo poteva criticare, ma buffone di corte restava. La satira è, per definizione, critica di tutto e di tutti. Un comico che parla bene di qualcuno non fa ridere, deve essere la coscienza sporca, l'”Advocatus diaboli” del potere, sia politico che ecclesiastico. A lui tutto è permesso, al criticato nulla, ed è giusto che sia così, altrimenti chi potrebbe, se non il Matto, gridare le verità nel deserto ? Alla religione, come agli altri, è permesso offendersi e magari replicare, ma non censurare. Questa è la grossa differenza.
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