Quando muore un amico non sai mai che fare. Se essere dispiaciuto oppure contento perché cessa di soffrire. Per Sandro resta la soddisfazione di averlo conosciuto. E nel caso mio anche di averlo intervistato. Sono andato a cercare l’intervista e l’ho pubblicata sul sito. Era una bella intervista perché lui era divertente. Parlava tranquillamente di morte. Gli avevo chiesto: “Sei felice?” E lui aveva risposto: “Quando morirò, a cent’anni, morirò soddisfatto. Non ho autocritiche da farmi. Ho sempre fatto quello che mi piaceva. Mi sono divertito”. Sbagliò solo nella data, a causa del suo grande ottimismo. Mi parlò anche della sua malattia. “Perché sei andato via dalla Rai?” “Il centro-sinistra stava per vincere. C’era Occhetto, la macchina da guerra che si metteva in moto”.”E allora?”. “Ci voleva un telegiornale più cauto, meno astioso, meno combattivo. Io ho detto: me ne vado. E ho cominciato a dire cose violentissime sulla Rai e su Dematté. Sai perché?””No”.”Avevo il cancro ai polmoni. Ero convinto di morire di lì a poco. Pensavo che fossero le mie ultime dichiarazioni”. L’intervista. (csf)
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