da Oreste Tappi, Roma
I riti religiosi derivano direttamente da quelli magici (anzi sono la stessa cosa), quindi tendono a conservare fisse le formule, perciò nella lingua originaria, se no non funzionano. Quintiliano racconta che i sacerdoti Salii recitavano al suo tempo formule per il dio Marte in un latino arcaico che non comprendevano più nemmeno loro. Così il latino medievale è la lingua magico-religiosa del cattolicesimo: non c’entrano la comprensione, Gesù, l’aramaico, la prima messa (?). Le religioni non devono comunicare. Anzi. Cose d’altri tempi, sembrerebbe, materia per etnologi. Il Concilio Vaticano II (in sostanza, e al netto di ovvie complessità, contraddizioni, buone intenzioni, eterogenesi dei fini, ecc.) voleva de-religiosizzare il cattolicesimo: una contraddizione in termini, ma l’unico modo per mantenerlo in vita nel mondo moderno. Impresa evidentemente impossibile, e questi di Ratzinger sono solo colpi di coda.
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