da Paolo Beretta
Caro Sig. Tappi, posso anche capire e senz’altro rispettare il suo punto di vista, ma continuo a pensare che, per ragionare con un bullo, bisogna per prima cosa scendere al suo livello e fargli capire cosa vuol dire essere umiliato, altrimenti si parla due lingue diverse, col risultato che l’insegnante spreca fiato ed il bullo se la ride sotto i baffi, pensando “l’ho sgamata anche stavolta”. Una volta avevo una gatta che ha partorito dei gattini, alcuni dei quali erano piuttosto esuberanti. La mamma dimostrava una gran pazienza ma, alla fine, aggiustava i teppistelli con una bella zampata sul muso. Va bene il Montessori, ma qualche girata ogni tanto, secondo me, ci vuole.
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