da Alessandro Ceratti
Anch’io vorrei essere un talebano, un nazista, un kamikaze islamico. Anch’io vorrei credere fortemente in qualcosa, tanto fortemente da non aver paura di sacrificare la mia vita per quello. Anch’io vorrei credere fortemente in qualcosa, purché quel qualcosa non fosse un inganno. Perché di inganni in cui credere è pieno il mondo, e non c’è nulla di peggio che credere intensamente in qualcosa di profondamente sbagliato. Pensate all’orrore del kamikaze islamico che si trova, una volta morto, nella migliore delle ipotesi, se non proprio tutto quello in cui aveva creduto durante la sua vita era completamente sbagliato, invece che settanta vergini pronte ad accoglierlo in un’eternità di delizie, di fronte alle fauci spalancate di Satana pronte a dilaniarlo. Questo destino forse ci fa rimpiangere quello di chi ha passato la vita con l’obbiettivo di cambiare l’automobile. Anch’io vorrei essere un talebano, un nazista, un kamikaze islamico, purché il mio Hitler e il mio Osama Bin Laden non fossero dei fantocci ancora più vuoti e inconsistenti di un nuovo modello di 4×4.
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