da Muin Masri
I giallisti non dormono mai, specialmente d’estate e Carlo Lucarelli non può essere da meno. Legge, ascolta e osserva tutto. E come gli altri noiristi anche Carlo è un lupo solitario e ha marcato il suo territorio, l’Appennino Tosco Emiliano. Nessuna foglia né killer si muovono senza essere scoperti. Sono due mesi che non riesce a prendere sonno, giornali e radio non parlano d’altro: Caterpillar, Popcorner, L’altro lato, Monolocale e Barabba sono in continuo collegamento con due tizi che dove posano i piedi lasciano il disastro. L’ultimo in ordine cronologico è il pollaio dell’agriturismo di Franco. Carlo ha deciso di aprire la caccia non prima di aver indossato il suo abito nero. Ha riempito il suo taccuino di frasi e di disegni con tanto di date e di orari precisi, niente, solo testimonianze vaghe e tristi; tutti, però, concordano compresi camionisti e lucciole: “Sì, erano in due, uno alto e l’altro basso, sembravano Tom&Jerry. Simpatici e crudeli ci hanno spezzato il cuore”. Perfino le galline di Franco erano cambiate, niente uova e tutto il giorno a guardare il poster di Giorgio Lauro. Dopo giorni e giorni di indagini, finalmente Lucarelli ha deciso di chiamare il suo falegname di fiducia: “Ascolta Alberto, preparami tre sagome da mettere nello studio televisivo: una di Massimo Cirri che mangia il gelato, una di Barbara Melotti sotto l’ombrellone e l’altra di Renzo Ceresa che ascolta Beethoven… sono loro i mandanti. E toglimi una curiosità che mi accompagna da tutta la vita: chi è Tom e chi è Jerry?”.
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