da Pino Granata
L’insegnante di Palermo che ha punito blandamente il bullo che ha umiliato e sbeffeggiato un coetaneo, facendogli scrivere per cento volte: “io sono un deficiente”, è stata assolta. Un’assoluzione sospirata ed inaspettata, sapendo come vanno le cose nei nostri tribunali. Quello che mi meraviglia molto, invece, è il fatto che nessuno abbia pensato di denunciare, o , perlomeno, stigmatizare il comportamento del giovane bullo che ha umiliato, offeso e, forse, ha reso la vita impossibile ad un coetaneo. Fatti come quello che ha visto protagonista il giovane bullo, molto spesso hanno conseguenze drammatiche e non si possono ignorare. Il padre del bullo, poi, è più colpevole del figlio che come scusante potrebbe avere la giovane età. Invece di prendere a calci nel posteriore il figlio ed insegnargli ad comportarsi come si deve, ha pensato bene di denunciare l’insegnate colpevole solo di aver fatto quello che i genitori avrebbero dovuto fare e cioè di rispettare il prossimo e di non vessarlo.
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