da Gianni Guasto
Perché continuare ostinatamente a pensare al problema del pensionamento in modo uguale per tutti? Ci sono lavori usuranti, stressanti, dannosi alla salute o pericolosi, da cui é bene andarsene quanto prima, per non rischiare il cancro o un incidente sul lavoro. Ma siamo sicuri che andare in pensione sia sempre e comunque nell’interesse del lavoratore? Non è forse vero che, allungandosi la speranza di vita, bisognerebbe anche mantenersi produttivi, per non far decadere la vitalità, o per non ammalarsi di depressione? Non sarebbe giusto che chi fa lavori non usuranti e stimolanti sul piano intellettuale andasse in pensione più tardi per permettere agli altri di andarci prima? O per caso l’idea che il lavoro possa anche far star bene e mantenere giovani, é un tabù di cui non si può parlare?
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