da Vittorio Grondona – Bologna
Da ragazzino, quando arrivava l’estate mi parcheggiavano in campagna presso alcuni parenti, contadini delle pie tenute del Santuario di San Luca. Allora era di moda spronare anche i bambini col fatidico “chi non lavora non mangia”. E così, seppure non mi piacesse nemmeno un poco, dovevo aiutare a lavorare i campi. Unico fatto positivo era la raccolta della frutta direttamente dall’albero nell’avvicinarsi del giorno di mercato. Ne mangiavo tantissima, fin quasi a stare male. Ma era buona!… Buonissima… Dove saranno mai finiti quegli antichi sapori? La frutta oggi costa un’esagerazione e per contro è quasi impossibile distinguere le pesche dalle albicocche. Tanto per dire. Ogni frutto ha un sapore sconosciuto e variabile. Tutte le volte dobbiamo cercare di indovinare cosa sia quel coso colorato che stiamo coraggiosamente mangiando.
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