da Gianluca Freda
Caro Ceratti, solitamente parliamo di “declino” di una civiltà non tanto in relazione ad una contrazione dell’economia o del benessere (che pure oggi c’è ed è visibile), quanto ad una crisi dei valori collettivi su cui poggia l’immagine che il mondo ha di essa. E soprattutto, su cui poggia l’immagine che tale civiltà ha di se stessa. Quando tali valori (etici, civici, religiosi) scompaiono o divengono non più credibili e il profitto di pochi e l’espansione territoriale divengono le uniche ragioni della sua esistenza, si determina un vuoto di valori che viene colmato dall’arrivo di popolazioni straniere. Le quali alimentano un’economia e un bellicismo ormai fini a se stessi e, incidentalmente, portano nuovi valori a sostituzione di quelli ormai decrepiti. L’impero di Teodosio era esteso e straripante di barbari (gli extracomun itari dell’epoca). Ciò non vuol dire che non fosse in declino e prossimo alla dissoluzione.
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