da Alberto Arienti
La sproporzione nelle risposte della chiesa ai Dico non può che configurarsi come ingerenza: un conto è dire la tua opinione, un altro è ribadirla ogni giorno. Senza contare che non si può chiedere a dei parlamentari italiani di seguire alla lettera le indicazioni di un capo di stato straniero. Tutta questa “esagerazione” poi, riguarda un atto che, mettendo ordine in unioni di fatto e regolamentandole, non può che introdurre un po’ più di valori morali nella società. Il grave però è dato dal fatto che questa è solo un’avvisaglia di quello che avverrà: il riposizionamento della chiesa su posizioni conservatrici ed integraliste, che la porterà a diventare ancora più marginale, non solo nel mondo, ma anche nelle sue aree tradizionali d’influenza. Nel futuro d’Europa, invece, servirebbe una chiesa cattolica progressista ed in grado di dialogare con i laici, visto che per gli integralismi ci sarà già l’islam.
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