da Vittorio Grondona – Bologna
La Telecom è stata acquistata con dei pagherò: “Con la simpatia del governo D’Alema e con i soldi delle banche. Cioè col debito.” (E.Scalfari). Chi l’aveva comprata l’aveva poco dopo rivenduta a Marco Tronchetti Provera al doppio del prezzo azionario di acquisto. Per risanare le sue aziende in crisi, Olimpia e Pirelli, il nuovo padrone riuscì praticamente ad aumentare di tre volte il debito di partenza svendendo a prezzo di realizzo anche alcune garanzie (asset esteri) del primo compratore (Colaninno-Gnutti). Lo Stato Italiano non ha quindi incassato nulla. Ciò significa che tutto il popolo italiano al quale apparteneva di fatto l’intero patrimonio Telecom è stato gabbato dai politici che avevano permesso il lancio dell OPA per la privatizzazione all’acqua di rosa dell’azienda telefonica nazionale. Ora sembrerebbe quindi genericamente normale che un padrone possa disporre come meglio creda del suo patrimonio… Io penso invece che uno Stato come si deve, in casi particolarmente importanti per la società come questo, dovrebbe trovare il modo di impedire a chiunque di fare interessi personali in contrasto con gli interessi dell’intero Paese. Invito il signor Paolo Capè di Milano di dare un’occhiata al commendo di Eugenio Scalfari del 21/9/2006 che allego.
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