di Massimo Fini (“Il gazzettino” – 23/03/2007)
È sempre meno sopportabile che i principali talk-show siano in mano, da decenni, alla stessa compagnia di giro: sempre gli stessi i conduttori, i politici, gli esperti, i giornalisti. Sempre le stesse, quindi, le diatribe. Mai un po’ di aria fresca, un punto di vista nuovo, diverso.Si vive sull’ ‘a priori’. I Talebani sono terroristi . Perché lo siano nessuno lo spiega, è dato per scontato (per capire un po’ meglio cosa siano i Talebani silegga lo splendido pezzo di Mastrogiacomo che vi ha convissuto per quindici giorni e nelle condizioni peggiori – La Repubblica – 21/3). In mancanza di meglio sono terroristi perchè han sgozzato l’autista-spia. Ma se durante la seconda guerra mondiale un inglese fosse stato scoperto a fare la spia per i tedeschi sarebbe stato fucilato sul posto. Qual è la differenza? Ah già, i nostri stomaci sono diventati molto delicati e non sopportano la vista del sangue, del corpo a corpo, della violenza fisica. Ma settimane fa due guerriglieri afgani assaltarono una base americana a colpi di fucile. Ripiegando si rifugiarono in un vicino villaggio. Se gli americanivolevano prenderli potevano mandar fuori le truppe. Invece hanno sganciato due bombe da 900 chili uccidendo cinque donne, tre bambini e un vecchio, senza prendere i guerriglieri. Chi è il terrorista? Ma siccome la faccenda è stata sbrigata con l’asetticità della tecnologia ci sentiamo la coscienza a posto.
Quello di Karzai, si dice nei talk-show, è il governo legittimo dell’Afghanistan. Il governo legittimo dell’Afghanistan era quello del mullah Omar e dei suoi Talebani che avevano conquistato il potere dopo due anni di durissime battaglie con i ‘signori della guerra’. Dice: ma sono arrivati al potere con la forza. Certo, perchè in Afghanistan il potere si conquista con la valentia guerriera e il coraggio, fisico e morale, non con le schede, le urne, le diatribe dialettiche che da quelle parti non hanno alcun senso. Ma per conquistarlo e mantenerlo ci vuole comunque l’appoggio della maggioranza della popolazione, come era stato per i Talebani. Il mullah Omar era infinitamente più rappresentativo della sua gente di Hamid Karzai che è alle dirette dipendenze dell’Amministrazione americana, come tutti sanno e come ha ammesso lui stesso in un’intervista al The New Yorker del luglio del 2005.
Con il pretesto di prendere un uomo che non abbiamo preso abbiamo occupato l’Afghanistan al suono di ‘bombe blu’ e all’uranio impoverito che avranno conseguenze devastanti per decenni. Ma la disgregazione più devastante per quel popolo deriva proprio dalla nostra presenza, anche quella pacifica. A Kabul sono finalmente arrivati – suprema espressione della democrazia – i bordelli. E sul Corriere di qualche tempo fa si poteva leggere: “Vegliano fino a notte alta migliaia di afgani, giovani e meno giovani, davanti alla Tv satellitare che grazie alle enormi paraboliche trasmette i clip indiani con seducenti cantanti carezzate da veli trasparenti. Passano ore al telefonino a scambiarsi immagini spinte e ad ascoltare suonerie al ritmo di lambada e macarena. Comprano per pochi dollari cd e dvd con i film occidentali porno. Si raccontano i desideri e le pene d’amore a radio Arman. Fanno le ore piccole negli ‘Internet Cafè’, cresciuti come funghi a Kabul. E si lustrano gli occhi: finalmente possono avere una visione integrale di quell’essere femminile che sotto i Talebani non poteva mostrare in pubblico le caviglie”.
Insomma stiamo cercando di occidentalizzare a forza la popolazione afgana e, in attesa di corrompere anche le loro donne, in nome naturalmente della dignità femminile, di trasmettere a quegli uomini così belli, così affascinanti, così fieri, così audaci, così coraggiosi, così dignitosi, anche antropologicamente, così virili, feroci e crudeli anche, certo, ma uomini, le nostre nevrosi, le nostre ossessioni, il nostro vuoto esistenziale e spirituale, la nostra impotenza sessuale, la nostra sozzura.
Era meglio il mullah.MASSIMO FINIwww.massimofini.it
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