da Pier Franco Schiavone
Va bene, non diamogli il raddoppio ai Parlamentari. L’avevo scritto solo perché pensavo che passare da un privilegio medievale a zero mi sembrava troppo. In fondo se lavorassero con l’impegno di alcuni parlamentari (ne ho certezza per aver visto al lavoro uno di loro) il raddoppio lo meriterebbero. Seguii una sua giornata di lavoro e ricordo con orrore lo sforzo psico-fisico cui si sottopose: lettura della rassegna stampa, studio di alcuni atti parlamentari (mentre io facevo un giro in centro), litigata feroce coi radicali vicini di stanza ma non ricordo perché, riunione con gente del suo partito (assistetti), appuntamento con alcuni suoi elettori che erano venuti dal Molise (accadeva tutti i giorni). Pranzo frugale. Riunione al Ministero con alcuni direttori a proposito di un disegno di legge, visita, vicino Roma, ad una cooperativa dove lo sottoposero ad una specie di terzo grado, ritorno di corsa perché si stava svolgendo una votazione a cui non poteva mancare, annullamento di un’intervista, riunione finale con un collaboratore per dare disposizioni per il giorno dopo, pizza verso le 11 di sera. Sticazzi!
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