da Muin Masri
Vive serenamente il suo perenne stato di perdente. Ogni tanto, per un breve lasso di tempo, si lascia vincere dall’inganno. “La legge è uguale per tutti”, per esempio, è uno slogan che lo fa sorridere mentre sospira per la fine di ogni processo. Quando vede i suoi compagni vincere festeggia, ma appena partono per la guerra si vergogna di avere esultato. Quando L’Aja decise che a Srebrenica c’è stato un genocidio, gioisce amaro e quando scopre che non è stata colpa di nessuno, tace triste per avere inutilmente creduto. Non accetta lezioni da nessuno, è capace di sbagliare da solo. Ha il portafoglio pieno zeppo, niente soldi, solo scontrini e tessere scadute. Il vero perdente preferisce lasciare tutto piuttosto che votare a destra, si vergogna e soprattutto non ama sentirsi perduto.
Nessun commento.
Commenti chiusi.