da Carla Bergamo
Ceratti ha ragione. Effettivamente l’alcol come combustibile costa caro in termini umani e ambientali. La canna è raccolta principalmente a mano, a condizioni di cottimo e di precarietà. I produttori hanno ottenuto per legge di poter bruciare la paglia (80% di area coltivata) 6 mesi prima del raccolto, che provoca l’invio nell’atmosfera di innumerevoli particole e gas inquinanti, influendo sulla salute degli abitanti delle aree interessate. Senza parlare del problema della monocoltura e del disboscamento della foresta atlantica, inquinamento dei fiumi, concentrazione di reddito e consolidamento di grandi latifondi.È vero che una volta immesso nelle automobile, l’alcol inquina molto meno della benzina, ma a che prezzo, prima? Non c’è niente da fare, difficile trovare investitori che accettino di guadagnare meno per rispettare uomini e ambiente. Dà un disanimo…
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