da Pier Franco Schiavone
Ho la sensazione che la discussione su quando inizia la vita sia una di quelle senza sbocco. Districarsi in una discussione che coinvolge, contemporaneamente, filosofia, antropologia, scienza e fede su un blog, seppure intelligente come il nostro, è operazione velleitaria assai. Ritengo (prosaicamente, lo ammetto) che se sulla punta di uno spillo una massa di cellule si trova come un pallone su un campo di calcio, convincermi che quella è vita sarà durissima ma comprendo anche chi pensa che quelle cellule abbiano ricevuto il soffio divino. Vorrei solo che da quest’ultima convinzione non derivassero idee proibizionistiche e anatemi, perché alla fine chi ne fa le spese è il malato che spera nella ricerca per curare la sua malattia genetica o la coppia che spera nella procreazione assistita, perché anche la sterilità è una malattia. Oggi molte coppie malate sono costrette ad andare in Spagna, nel Paese che fu culla dell’Inquisizione, per realizzare un sogno. Io, da Italiano, mi vergogno.
Nessun commento.
Commenti chiusi.