da Pier Franco Schiavone
Il linguaggio di Cuffaro è quello dei vecchi democristiani. Pacioso, insinuante, finto ingenuo, simbolico, allusivo, anestetico. Chiunque venga in contatto con un democristiano DOC ne scopre l’effetto anche senza subirlo. I DC-DOC erano e sono apparentemente inattaccabili. Sanfedisti senza fucile. Sempre pronti a issare la bandiera di un malinteso cattolicesimo sia in presenza di vescovi alla Ruffo che alla Roncalli. Cosa vuoi, Strada, fottere un DC-DOC? Impossibile. Io li ho conosciuti. Devono fottersi da soli. Cadere nel ridicolo. Bisogna lasciarli parlare e sperare che la gente colga la malafede. Ha fatto più male a Forlani la bava che i reati. I tempi sono cambiati. Chissà che lasciandolo parlare, non venga fuori dal suo guscio e si scopra. I siciliani prima o poi lo conosceranno (ma la devono piantare con la boria di conoscere gli uomini meglio degli altri, altrimenti non avrebbero sindaci come Scapagnini). Ma deve parlare, Cuffaro. Deve rilasciare interviste in Italiano, in pubblico, perché tutti lo ascoltino. Se lo si lascia lavorare in silenzio e i giornalisti lo attaccano sulla mafia (di questo devono occuparsene i magistrati) consentendogli di chiudersi, non lo si sconfigge. Per questo credo che CSF, al contrario di quello che dice Strada, volente o nolente, ha evidenziato almeno il ridicolo dell’uomo. Vi rendete conto di quello che ha detto sulla sua fede e sull’episodio del letto? Una crepa, senz’altro una crepa.
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