da Vittorio Grondona – Bologna
Ebbene sì, signor Beretta, io ho delle informazioni diverse dalle sue. Sono sicuramente quelle che già da molto tempo hanno avuto il pregio di farmi capire che le guerre devono essere evitate, sempre e comunque. Con maggiore ragione quelle subdole cd di pace. La pace di chi poi? Solo di chi vince facendole in casa daltri, forse… Chi perde starà sicuramente peggio di prima e la sua pace sarà quella amara e sottomessa del vinto. Fra le guerre non ci sono differenze. Sono tutte uguali e servono solo ad una minoranza privilegiata e potente che le studia a tavolino nei minimi particolari per goderne poi in esclusività assoluta i frutti economici ed ambiziosi alla faccia del sangue dei meschini costretti a combatterle. Di conseguenza ogni guerra deve essere necessariamente addolcita per convincere i gonzi teleguidati a condividerne le ragioni. Magari appropriandosi indebitamente anche della marcia della pace Perugia-Assisi. Ecco perché le chiamano di pace o addirittura di civiltà come quella del 15/18. Sì, è stato proprio in nome di quella civiltà che tantissimi giovani soldati, poveri figli del popolo, si sbudellarono lun laltro a colpi di baionetta…
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