da Vittorio Grondona – Bologna
Gli impegni vanno mantenuti. Sissignore. Proviamo però ad ipotizzare per un momento a cosa potrebbe succedere di imprevedibile fra venti anni circa. Oggi, l’unica cosa certa sull’alta capacità ferroviaria progettata in Val di Susa per il futuro ipotetico massiccio trasporto ferroviario delle merci, è l’attuale accordo internazionale. Sicuramente le larghe vedute dei managers tecnici che hanno portato avanti il progetto saranno di ottima qualità, ma rimane ragionevole un grosso dubbio sull’attendibilità dei dati di traffico ipotizzati a tale distanza temporale. Nessuno sa se tra venti anni ci sarà qualche altra Fiat da favorire politicamente ed economicamente rispetto alla rotaia o se sarà inventata qualche altra nuova tecnologia più idonea al trasporto delle merci tanto da rendere inutile od addirittura fastidioso l’indispensabile nuovo tunnel ferroviario del famoso corridoio 5. E’ facile sempre dire che ci siamo sbagliati. Qualche volta è necessario pensarci bene prima. Le passate irresponsabili politiche italiane pro gomma, nei porti hanno seppellito sotto il cemento le rotaie dei treni ed in numerose città quelle dei tram. Ora si parla di cabotaggio e di inquinamento…
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