da Alessandro Ceratti
Al confronto tra Palestinesi e Israeliani potrebbe adattarsi questo paragone. E’ come se ci fosse un ragazzino sbarbato e deboluccio (qui al nord si direbbe: un “pistolino”) che ha a che dire con pezzo di marcantonio da due metri. Non si può sapere chi ha ragione e chi ha torto, non si può dire se qualcuno dei due sia una brava persona o un teppista, rimane solo il fatto che il “pistolino” spessissimo prende di mira il marcantonio, lo insulta, se può gli fa lo sgambetto, se gli riesce gli assesta pure un cazzotto con tutta la forza che ha. Il marcantonio ogni tanto c’ha pazienza, ogni tanto no (negli ultimi tempi sempre meno) e quindi procede a impartire una dose di botte non indifferente, di quelle che fanno male. Il pistolino ovviamente non ne esce bene, strepita, urla di dolore. Forse si è persino rotto il braccio. La cosa per un po’ finisce lì. Morale? La morale è che se il pistolino fosse intelligente la pianterebbe di cercar grane, indipendentemente dal fatto che possa avere ragione da vendere.
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