da Peter Freeman
Caro Csf, come avete ben potuto rendervi conto voi stessi, in occasione della coppa del mondo la ministra Giovanna Melandri ha optato per una rigorosa linea di “low profile”. Poco inquadrata, poca ricerca della ribalta. In occasione della finale era quasi invisibile e quando Grosso ha segnato il rigore decisivo se n’è stata composta al suo posto, limitandosi a frugare nella borsetta alla ricerca di una copia del Dpef da rileggersi con attenzione. Nel dopo partita ha scansato con eleganza le fameliche telecamere. Quando gli azzurri sono giunti a Palazzo Chigi se n’è stata un passo indietro a tutti, e la gomitata che qualcuno le avrebbe visto rifilare a Romano Prodi per occupare la prima fila, di fianco a Cannavaro, era semplicemente causata da uno scivolone sui sanpietrini di Largo Chigi. Infine, la signora bionda che ha preso posto sul pullman scoperto che ha percorso trionfalmente la via fino al Circo Massimo, tra ali di folla osannante, non era lei. La signora bionda ben visibile, a fianco di Marcello Lippi, che mandava baci alla plebe come fosse Madonna nel ruolo di Evita Peron, non era Giovanna Melandri bensì una sua controfigura. Questo per la cronaca.
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