da Massimo Minelli
Se si sta male in Italia io farei (come spero di fare giorno per giorno) qualcosa per stare un po’ meglio ogni giorno, non aspettando 4 o 12 o 24 anni che altri (che fra l’altro in questo caso umanamente disprezzo assai) ci portino una vera ed effimera gioia. Siamo messi male se dobbiamo sempre aspettare messia a portarci il Verbo. Inoltre mi fa abbastanza schifo vedere che gli italiani si ricordino di essere stati emigranti (con pregi e difetti) solo quando pare a noi, salvo poi essere razzisti, volgari, violenti e arroganti verso coloro che entrano nel nostro paese per necessità simili se non più dure dei nostri connazionali espatriati. Perché non ricordarsi delle badanti ucraine che puliscono il sedere ai nostri anziani? Dei manovali maghrebini o negri (va bene, sono abbastanza poco corretto) che nei cantieri e sulle impalcature rischiano la pelle per costruirci le case? Dei cinesi o degli indiani che raccolgono per noi pomodori e pesche? (…)
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