da Vincenzo Rocchino, Genova
La commissione Giustizia ha partorito uno dei peggiori provvedimenti di clemenza. Il punto di maggior rilievo riguarda i reati esclusi dal provvedimento: reati economici e delitti contro la pubblica amministrazione (i detenuti per tali reati sono pochissimi e la loro esclusione dal provvedimento non avrebbe inciso significativamente sulla sua efficacia) e perciò viene a mancare l’unica vera ragione che ne giustifichi l’approvazione: rendere meno affollata la popolazione carceraria. Invece i più rilevanti, impegnativi e costosi processi penali in corso, con riferimento a fenomeni di grandissima criminalità economica (Parmalat); aggiotaggio (furbetti del quartierino); (falso in bilancio Berlusconi); che si stanno, o che starebbero per celebrare davanti al Tribunale di Milano, rischiano di risultare svuotati prima di arrivare a sentenza: tre anni di reclusione condonati, per un certo numero di imputati, potrebbe trattarsi dell’intera pena (salviamo Previti). Le giustificazioni dei politici che si sono affannati a spiegare che per approvare l’indulto è necessaria la maggioranza dei due terzi dei parlamentari, nasconde in realtà un’altra verità: seppure in modo vergognoso, che più vergognoso non si può, questo è un vero e proprio colpo di spugna. Tutto quello che avrebbe voluto fare il governo Berlusconi, sarà fatto dal governo Prodi? Se così è, come pare ormai quasi certo, non resta che levare una prece per Bertinotti e un gesto di affettuosa (e sincera) solidarietà a Freda. Per tutti noi sono cazzi amari.
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