da Vittorio Grondona – Bologna
Pare che la musica della banda reale e gli ola degli stadi abbiano svegliato il nostro nuovo Ministro degli Interni facendolo sobbalzare dal torpore di cinque anni di semi silenzio. L’On. Amato conviene sul fatto che per incastrare i delinquenti servano anche le intercettazioni telefoniche, ma non è d’accordo sulla loro divulgazione attraverso la stampa. Scommetto che se fossero state pubblicate le conversazioni di delinquenti comuni se ne sarebbe stato ancora buono e quieto, lasciando tranquillamente fare… Ultimamente però è la crema nazionale ad essere interessata e allora ecco che scatta il suo dissenso. Se ne esce esterrefatto con la frase di stile cofferattiano: “Questo paese si è abituato all’illegalità”… Io invece penso che quando è un uomo pubblico ad uscire dai binari della legalità debba essere necessariamente pubblico e trasparente anche il suo comportamento. Anziché indignarsi della pubblicazione di notizie che riguardano i VIP, divulgate correttamente dopo la loro uscita dal segreto istruttorio, il Ministro farebbe meglio ad indignarsi del marciume che di giorno in giorno viene a galla nel mondo dell’alta società, dello sport, della finanza e della politica del nostro Paese. Sono queste vergogne che squalificano l’Italia, non la pubblicazione di telefonate sceme ed oscene, ma nello stesso tempo altamente significative della prepotenza e dell’arroganza con le quali il potere gestisce le cose pubbliche che riguardano tutti i cittadini.
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