da Muin Masri
Follia. Viviamo in un’epoca di follia collettiva. Definire una guerra come uno scontro “tra il bene e il male” è una follia. Giustificare una guerra come “giusta” è follia. Tutto era pronto prima! L’11 settembre ha dato solo il via alla nostra follia. Ci hanno raccontato fino alla nausea il motivo di questa guerra, ma nessuno riesce ancora a interpretare la nostra follia autodistruttiva. Sì, perché il male non aspetta altro che di vedere il bene con le mani sporche di sangue e l’amore perdere la sua morale vergine, assomigliare più al diavolo che a Dio. Ho sentito dei presunti autorevoli parlare di “diritto alla difesa”, altri addirittura auguravano “buona guerra”. Ho sentito dei rappresentanti religiosi chiamare la gente alle armi. Ho visto ragazzi farsi saltare in aria per non morire soli. Ho visto dei venditori di odio spacciarsi per massimi esperti di lotta al terrorismo. Ho ascoltato la seconda autorità del globo suonare il pianoforte davanti alla tragedia; la follia ha bisogno anche della musica per non sentire i lamenti dei dannati nella loro discesa all’inferno. Piccoli. Tutti sono maledettamente piccoli ma folli. E noi ancora più folli! Loro almeno hanno trovato la scusa della loro follia invece noi dobbiamo solo seguirli, altrimenti che follia collettiva è? Karim un giorno mi disse: “Per chiudere l’interruttore di questa follia potremmo distruggere il Muro del Pianto, la moschea di Al’aqsa e la Basilica dalla Natività!” Così, però, non avremo più la luce.
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