da Vittorio Grondona – Bologna
Vorrei puntualizzare che le ferrovie in Italia non sono state liberalizzate, ma solo privatizzate a bassissimo prezzo Le gloriose ferrovie che nel tristemente famoso ventennio coprivano la distanza Firenze Roma in 4 ore con una macchina a vapore subendo saltuariamente ritardi peraltro sempre contenuti ed accettabili, dal 1992 sono state date in pasto ai privati. Ci sarà maggiore efficienza… il viaggiatore sarà più tutelato… i treni saranno più puliti… erano gli slogan politici in voga per convincere l’opinione pubblica ad accettare quella privatizzazione. La stampa, nel frattempo, si dava da fare pubblicando ogni giorno articoli contro l’organizzazione statale delle ferrovie per ottenere due scopi principali. Il primo era quello di dare una mano ai politici per agevolarli nel procedere nel loro insano intento, il secondo era quello non meno scriteriato di dare una mano ai privati facendo scadere di prezzo quel fantastico patrimonio pubblico. Così sono arrivati i grandi managers succhia soldi che agivano su indicazioni esclusivamente politiche ed i privati si sono impadroniti delle grandi stazioni e della parte redditizia dei servizi. Allo Stato sono rimasti i treni e le infrastrutture ferroviarie da gestire col pochissimo personale rimasto dopo il massacro indiscriminato operato dai tagliatori di teste con la complicità dei sindacati in cambio di favoritismi per una carriera facile e sicura, e con risorse estremamente ridimensionate. A questo punto vorrei chiedere al signor Franco Barone, come può pensare che una politica siffatta dei trasporti possa garantire non solo l’orario dei treni, ma anche e soprattutto l’efficienza generale di tutto il sistema?
Nessun commento.
Commenti chiusi.