da Gianluca Freda
Leggendo gli interventi di Goldoni si ha sempre la sensazione di avere a che fare con un signore autosegregatosi nelle proprie elucubrazioni teoriche, che sussulta e chiama i carabinieri non appena un messaggero della realtà prova a suonare timidamente il campanello di casa. Chissà su quale prontuario relazionale Goldoni ha letto delle difficoltà di integrazione degli islamici. Io conosco musulmani di infinite nazionalità (Tunisia, Algeria, Turchia, Bangladesh…) e, a occhio, mi sembrano tutt’altro che culturalmente isolati. Posso dire che conoscerli mi ha anche arricchito culturalmente, il che significa poco, visto che si può dire la medesima cosa dell’amicizia (o inimicizia) con qualunque persona. Posso anche dire che quando incontro uno di loro per strada o al parco mi fermo volentieri a fare quattro chiacchiere. Viceversa, quando incontro uno dei molti Goldoni miei conoscenti, fingo sempre di avere un appuntamento con il pediatra della bambina e di essere terribilmente in ritardo. Lo faccio per evitare i loro frequenti discorsi sulle difficoltà di integrazione degli immigrati islamici. E’ un argomento di cui i Goldoni amano parlare spesso e lo fanno, quasi sempre, da soli.
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