da Gianni Guasto
Da tempo mi chiedo se sia utile prendere in considerazione il contenuto specifico di ogni esternazione di Cossiga, piuttosto che la forma, che é quella dell’evacuazione, della tracimazione irresistibile: vero é che la carica di Presidente Emerito non può essere liquidata via con la diagnosi della mutua, ma non si può fare a meno di osservare che le sue sono piuttosto prepotenti emissioni, urla di “ci sono anch’io!” (segno che assurgere alle più alte cariche dello Stato può non essere sufficiente alla costruzione dell’identità), come quando va dal neoeletto Presidente della Camera a dirgli: sà, io sono il secondo marxista d’Italia. E chi se ne frega, si potrebbe rispondere se l’etichetta lo consentisse. D’altra parte, quando la scena é occupata da Cannavaro e dalla Melandri, rimanere in platea può essere un dolore atroce, insopportabile. C’é il rischio di evaporare.
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