da Peter Freeman
Cara Isabella, mettiamoci d’accordo, se possibile, su un paio di questioni. La prima: io sono favorevole all’abolizione degli ordini professionali tutti, di sicuro di quello dei giornalisti, fermo restando la libertà di associazione. Non mi è chiaro per quale motivo io debba appartenere per legge ad un ordine del quale fanno parte Biscardi e Bruno Vespa. La seconda: penso che l’ingresso alla professione debba essere comunque regolato per legge, il che non significa l’imposizione del ridicolo esame di stato. Terzo: penso tutto il male possibile degli architetti italiani, pur avendone sposato una. Quarto: in Germania, paese serio assai, dove peraltro l’ordine degli architetti esiste, quando si fa un appalto l’architetto progettista non può presentare un progetto che vada al di sotto di certi prezzi, pena l’espulsione dall’ordine. So bene che prezzo di appalto e tariffe professionali sono due cose differenti, e tuttavia imporre che le tariffe non scendano al di sotto di certi livelli è innanzitutto una garanzia di serietà per il cliente. Quarto: la paga dei giornalisti dipendenti è stabilito dal contratto nazionale di lavoro, non dall’ordine, mentre per i pubblicisti gli editori fanno un po’ come gli pare, compresi compensi da fame. Quinto: le lobbies degli architetti cosa sono? O meglio, chi sono? Gregotti? Fuksas? Piano?
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