da Muin Masri
Dall’inizio del conflitto israelo-palestinese il mondo sia arabo sia occidentale si è diviso tra pro e contro, da una parte i sostenitori di David e dall’altra di Golia. Ma chi e’ la vittima e chi il carnefice in una guerra infinita? Tutti e due siamo diventati la vittima o la vittima della vittima e questo grazie anche a voi tifosi. Dicendo cosi’ sono certo di offendere un pò di gente in buona fede e di far arrabbiare altri che mi identificano come causa e altri ancora perché non hanno nessun interesse a vedere la fine di questo massacro. Io, palestinese, voglio, devo, desidero, sogno di porre fine a questa mattanza. So di certo che dall’altra parte ci sono tanti israeliani che hanno gli stessi miei sogni e desideri di pace. Il mondo ha l’obbligo morale di aiutarci ad uscire dal buio di questo tunnel senza dare ragione ad una parte o all’altra, deliberare risoluzioni solo sulla carta, applicare la stessa legge in modo diverso a seconda delle necessità. Non sono pacifista, non ho avuto né il tempo né la cultura di diventarlo per davvero. Noi e loro dopo più di sessant’anni di guerra siamo stati educati alla violenza; le nostre religioni non c’entrano nulla come qualcuno ama fare credere, a volte le abbiamo usate per nascondere i nostri peccati, a volte per giustificare i nostri morti, a volte per sentirci meno soli e a volte per appassionare voi tifosi. Non vi chiedo di abbandonare gli spalti o costringere una parte o l’altra ad accettare un verdetto iniquo. Vi chiedo uno sforzo arduo come portare con la forza il cavallo al fiume senza poter obbligarlo a bere, perchè sarebbe fantastico se riusciste ad insegnarci la pace, abbiamo tanta sete.
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