di Bruno G. Viano
Vorrei pubblicamente ringraziare Alberto Arienti che nella parte conclusiva del suo RISPOSTE PREFABBRICATE scrive una frase che dà luce a tanti rimescolii che avevo in pancia osservando la situazione delle cosiddette “coppie di fatto” etero che conosco, ma che non riuscivano a prendere corpo. Solo, a questa sua frase “non voglio avere doveri ma solo diritti” ci aggiungerei il soggetto (perlomeno, quello statisticamente più rilevante; in ogni caso, quello valido per tutti quei casi che io personalmente conosco): e allora diciamolo, che nella stragrande maggioranza dei casi il soggetto siamo noi uomini. Nel senso di noi maschi. Infatti, che io veda siamo in genere noi a “voler restare con le mani libere” in questo genere di accordi transmatrimoniali, e ora come rileva Arienti vorremmo vincolare in essi anche lo Stato! Così, avremmo pure la coscienza a posto solo con una mezza scelta e senza fatica! Mannaggia a noi e alla indecisione perenne che va a braccetto con la crisi di ruolo che – pare – si viva, perlomeno qui in Occidente… O c’è qualcuno che mi sa citare di coppie del genere (MA senza ricche eredità in vista, e magari dotate di figli, intendo…) in cui il maschio vuole insistentemente convolare e la femminuccia non ne vuole sapere? Se sì, per favore ditemelo: la mia “autostima di genere” ne verrebbe fortemente rinforzata!
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