PARLAMENTARI NON VUOL DIRE CHE BISOGNA SEMPRE PARLARE. Si sono precipitati sui media come delle cavallette con dichiarazioni ed interviste appena nominati ministri. Non è stato un belvedere. Io mi sono detto: aspettiamo un po’, magari si calmano. Invece hanno continuato anche quando Romano Prodi, l’unico sobrio, li ha richiamati all’ordine. L’intervista che mi ha colpito di più è stata quella a Giovanna Melandri in cui diceva: “Lasciateci il tempo di lavorare”. A prescindere dal fatto che la frase non mi sembrava per nulla nuova, anzi l’ho trovata proprio inopportuna e portasfiga, io il tempo glielo lascerei pure, ma sono loro che lo usano tutto per dare interviste e rilasciare dichiarazioni. Lavorare quando?
GIOCARE FA MALE. Buffon è nei guai perché scommetteva. Qui non si tratta di stabilire se scommetteva prima o dopo il divieto stabilito dalle autorità calcistiche. Qui mi interessa solo prendere atto che esiste un giudizio etico sportivo sul calciatore che scommette. Uno pensa: è chiaro che scommettere contro la propria squadra è male. Ma scommettere sulla propria vittoria? Ogni partita è in fondo una scommessa su se stessi. E scommettere su una partita che non c’entra nulla col proprio campionato? Niente, è vietato tutto. E allora non si può fare a meno di pensare che esiste un pregiudizio negativo contro le scommesse in quanto tali. Cioè: un calciatore non scommette e basta in quanto le scommesse non sono un’attività nobile. Non si tratta di decidere se sono legali o illegali. Non sono una cosa adatta agli sportivi. Sei d’accordo? Non sei d’accordo? Non è così importante. Resta un problema: se le scommesse sono una cosa brutta per i calciatori, perché sono una cosa brutta per le squadre? Cioè: come mai il Milan è sponsorizzata da una società di scommesse austriaca e nessuno dice niente?
BINDI SARA’ LEI. IO SONO SOLO LESBICA. Dopo la pessima uscita dell’incredibile Saia che ha accusato Rosy Bindi di essere lesbica, cento magistrate di Magistratura Democratica hanno fatto un documento di sostegno dichiarando “Siamo tutte lesbiche”. E che cosa c’entra? Sostegno per le lesbiche o sostegno per la Bindi? Cioè: che cosa è politicamente scorretto? Dare della lesbica alla Bindi o della Bindi alla lesbica? Questa formula del “siamo tutti?” serve generalmente in quei casi in cui uno, faccio un esempio, dice che gli americani sono stronzi, oppure che gli extracomunitari rubano, oppure gli ebrei sono fascisti. Allora per solidarizzare con loro uno dice: siamo tutti americani, siamo tutti extracomunitari, siamo tutti ebrei. Ma in questo caso la categoria è la Bindi e l’insulto è il lesbismo. Semmai le cento magistrate avrebbero dovuto dire: “Siamo tutte Bindi”. Così, tanto per mettere i puntini sulle “i”.
E’ UNA VITA CHE VOGLIO FARE IL SENATORE A VITA. Adesso lo sappiamo. Valentino Parlato, Gabriele Polo, Marco Rizzo non vedrebbero male Gianni Letta senatore a vita. Perché? Perché è una brava persona. Ma anche io sono una brava persona. Perché non mi fanno senatore a vita? Mi allargo: perché bisogna fare per forza dei senatori a vita? Già con questa legge elettorale i rappresentanti del popolo non vengono eletti dal popolo ma nominati dai partiti. Lo facciano anche con quelli che reputano degni di essere fatti senatori a vita. Odio l’istituto dei senatori a vita come quello delle lauree honoris causa. Esistono delle strade per ottenere certe cose. Le scorciatoie sono delle sciocchezze. Chi vuole fare il senatore si candidi. Chi vuole la laurea studi. Spiace per Valentino e per Vasco Rossi. Ma bisogna porre un freno prima che li facciano oltre che dottori anche senatori.
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