da Guglielmo Venturi
Per chi ha avuto la ventura di essere un suo contemporaneo quando giocava, Gigi Riva è stato un mito. Non solo il più grande attaccante italiano di tutti i tempi, ma anche l’uomo che ha avuto il coraggio di rinunciare ad ingaggi spropositati della Juventus per non tradire il suo Cagliari .Da qualche anno il suo ruolo è quello di team leader (?) della nazionale, ovvero vive ai margini del suo mondo con una contenuta visibilità. Anche lui è rimasto impigliato nella rete delle intercettazioni di Moggi. Costui, irritato (o, per usare il suo linguaggio, incazzato) per le dichiarazioni di Zeman, informa un suo interlocutore che lo farà bastonare da Gigi Riva. La missione viene puntualmente compiuta. In una intervista, ritrasmessa recentemente da Telelombardia, Riva attacca ferocemente Zeman, lo accusa di essere un cialtrone e di non aver mai vinto niente in vita sua.La scorsa settimana Beckenbauer, che è tutt’altro che uno sprovveduto, dichiara una cosa ovvia, cioè che la nostra nazionale potrà pagare lo scandalo del calcio italiano ai prossimi mondiali. Gigi Riva interviene di nuovo: ” Beckenbauer ha il cervello di un bambino. Gli regalerò un giocattolo o una matitina.” A dimostrazione di due teoremi. Il primo che è difficile saper invecchiare con saggezza. Il secondo, molto retorico, che mi citava reiteratamente il nonno che io mandavo abitualmente a quel paese: “La credibilità di un uomo è come un corallo: ci vuole una eternità per costruirlo ed un attimo per spezzarlo.”
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