da Vittorio Grondona – Bologna
Personalmente io penso che la famiglia sia solo quella consolidata ormai da secoli. Composta cioè da moglie, marito ed eventuali figli, naturali o adottati. Le unioni di fatto, per le quali non ho proprio nulla in contrario, sono decisamente un’altra cosa. Magari con qualche similitudine alla vera famiglia, ma con la stessa non condividono quel vincolo indispensabile che ne caratterizza la diversità. Sono realtà però che uno Stato civile e soprattutto laico ha il dovere di disciplinare comunque e di cercare regole eque e precise che stabiliscano i doveri ed i diritti di coloro che intendano stare insieme in un sistema diverso dalla famiglia tradizionale. Sposarsi col miraggio del divorzio mi sembra una grossa scemata. Così come non mi sembra equo stabilire per legge dei diritti, come per esempio quello della reversibilità della pensione, senza un formale pubblico contratto di convivenza fra due persone. Quando si devono riconoscere dei diritti è difficilissimo stabilirne le condizioni. In poche parole, non si può stare nella situazione di liberi e di sposati nello stesso tempo.
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