di Marco Travaglio – L’Unità
Non basterebbe un plotone di neuropsichiatri, né un manipolo di criminologi, per spiegare le reazioni della Casa della Libertà Provvisoria alla nomina di Francesco Saverio Borrelli a capo dell’Ufficio indagini della Federcalcio. Reazioni decisamente più dure di quelle che avrebbero accolto la nomina di Al Capone. Il fatto è che, per la prima volta nella sua storia, il calcio italiano scivola via dalle mani della politica, che fin dai tempi del Duce l’aveva sempre usato come “instrumentum regni” e gestito come il cortile di casa. Scivola via, il calcio, e si dà un vertice totalmente sganciato dai partiti.Il commissario Guido Rossi e il procuratore Borrelli sono due marziani: hanno un’età, una storia, un prestigio, un peso specifico e un orgoglio financo un po’ snobistico della propria autonomia da garantire assoluta libertà di movimento, al riparo da ogni condizionamento, ammiccamento, accomodamento. CONTINUA…
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