da Muin Masri
Non ho mai viaggiato tranquillamente sulla tratta Torino – Roma. Vuoi per la mia paura di volare, vuoi per colpa della nebbia o per la presenza di parlamentari troppo integralisti sul sedile di fianco, sta di fatto che dopo due anni ininterrotti di voli lunedì-venerdi ho deciso cambiare mezzo di trasporto senza dare troppe spiegazioni alla segretaria Lucia: curiosa come e’ come minimo avrebbe riso di me! L’unica cosa che mi ha chiesto “i biglietti per il pendolino li fai tu?”.Con o senza nebbia il pendolino e’ sempre in ritardo. Per scendere no problem, tanto il lavoro può attendere, invece salire per ritornare a casa, sì, mi incazzavo come un bestia. Per fortuna trovavo sempre qualcun altro più incazzato di me! “Ferrovie incapaci e governo ladro” pensavo. Poi un giorno mi sono travato sul sedile di fianco il ministro Giuliano Amato che, seduto calmo, leggeva qualche relazione. Volevo attaccare briga ma avevo paura di fargli sbagliare i conti e non era il caso visto come stava andando il Belpaese. Il treno aveva già accumulato quindici minuti di ritardo prima di sentire l’annuncio dell’arrivo alla stazione S. Maria Novella. Il ministro, senza fare nemmeno una smorfia, prese la sua borsa di pelle, mise il suo impermeabile sulla spalla e andò via salutando tutti con molta educazione. Bè, è stato un piacere vederlo senza nemmeno la scorta. Quel giorno sono arrivato a casa con un’ora di ritardo e non ero per niente incazzato con il governo ma con le ferrovie sì.
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