da Gianni Guasto
Leggo che il vescovo Willamson si sarebbe ora “pentito” delle proprie convinzioni negazioniste, dopo le misure sanzionatorie di cui é stato oggetto. Ma non é forse questo pentimento, tanto rapido e tardivo allo stesso tempo, e così evidentemente strumentale, ad arrecare un’offesa ancor più grave delle precedenti alla memoria delle vittime e all’intelligenza di tutti? Che cosa accadrà ora? Forse che il Papa lo perdonerà e l’Argentina lo riaccoglierà? Non si potrebbe tentare di restituire dignità al pentimento, impedendo di fatto che esso diventi una comoda e indolore via di fuga dalle proprie responsabilità?
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