da Gino Fino, Ceprano.
La patetica lotta alla poltrona della Presidenza della Camera ha fatto saltar fuori da un polveroso cassetto della mia memoria un lontanissimo ricordo dell’infanzia.
In terza elementare io e mio cugino Vincenzo ci coalizzammo con l’obiettivo di completare il mitico Album delle Figurine Panini Calciatori (era l’epoca della Juve di Zoff, Capello, Anastasi, Bettega, Altafini ecc.). Era una corsa contro il tempo: il nostro obiettivo era quello di battere, in una sfida all’ultima figurina, l’antipaticissimo Umberto, figlio del farmacista.
Pur essendo in due eravamo nettamente svantaggiati: Umberto riceveva una paghetta settimanale da nababbi, ampiamente investita nell’acquisto delle bustine. Io e Vincenzo, essendo figli del popolo, tutte le consunte figurine che incollavamo sull’album, erano state faticosamente vinte ai compagni di scuola nelle varie categorie di giochi (“manopetto”, “scoppolone”, “battimuro”, ecc.). Devo dire che, grazie alla grinta e alla motivazione che profondevamo nella cosa, avevamo accumulato un discreto vantaggio sull’odiato “competitor”.
Purtroppo, un brutto giorno io e Vincenzo avemmo una brutta discussione su chi doveva tenere in custodia quella settima la preziosissima raccolta. Finì in un memorabile litigio in cui ad avere la peggio fu il Sacro Album, che terminò, incompleto e a brandelli, la sua carriera. Ancora una volta vinse l’odiato Umberto. Maledetto lui. E Noi.
Bene, credo che molti del popolo della sinistra oggi avrebbero una gran voglia di urlare a squarciagola (da essere sentiti fino a Roma): ARIDATECE I SOLDI!
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