di Alessandro Robecchi (dal Manifesto)
Supponiamo di andare dal dottore per un dolore, per un malessere, per una crisi. E supponiamo che, richiesto di una diagnosi, il medico dica: “Non saprei, proviamo a studiare le interiora di un pollo”. Oppure che dica: “Beh, come prima terapia, faccia le corna e tocchi ferro”. La cosa ci sembrerebbe inquietante, e cambieremmo medico. Ora, altro scenario. Supponiamo di essere al cospetto del ministro dell’economia, tale Tremonti Giulio, in diretta televisiva davanti a quattro milioni di italiani (Annozero), e che alla ovvia domanda sulla crisi egli risponda: “Questo non è il momento per leggere i libri di economia, ma per leggere la Bibbia”. Bene. Questo è quello che abbiamo, non per fantasiosa ipotesi, ma per davvero. Crisi imprevedibile, crisi senza controllo: una macchina che va a duecento all’ora guidata da un pinguino bendato darebbe la stessa affidabilità che sa darci, oggi, Tremonti Giulio. Un continuo balbettìo, serene ammissioni che si brancola nei buio, unite a deliziose accuse ai media, che hanno fatto vedere gli sfigati di Lehman Brothers con gli scatoloni in mano. Colpa della tivù. Divertente. Come divertente è vederlo usare toni da Savonarola, lui, che l’alfiere della finanza creativa e oggi è “keynesiano rinato”. Intanto, questo grande lettore della Bibbia chiude la sua Scip 2, ambiziosa cartolarizzazione di immobili, con un buco di quasi due miliardi di euro. Figuraccia. E però, bontà sua, non vede il rischio di un aumento dell’evasione fiscale. Divertente pure questo. Ma ci pensa la buona informazione (SkyTg24 Economia) a darci una notizia che fa fare un salto sulla sedia. Il famoso condono fiscale tombale del 2002 – varato da un Tremonti prebiblico – doveva portare a casa 26 miliardi, ma ne mancano 5. Il 20 per cento dei condonati ha evaso pure il condono fiscale, dato che la legge li considerava redenti e non punibili già dopo la prima rata. Date retta, leggete la Bibbia! Come ministro dell’economia sarebbe meglio avere una statua di sale.
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