sul Foglio e su Dagospia
DAGOSPIA E I CASI SUBUMANIGiampiero Mughini per “Il Foglio”Caro Dagospia, nella rubrica “lettere” del tuo bel quotidiano on-line trovo spesso dei casi subumani che intendono trafiggermi. E’ gente cui l’occhio si storce e il volto si deforma in un ghigno a solo sentire pronunciare il mio nome. E siccome è gente che nel mercato reale delle idee e delle polemiche non varrebbe 20 centesimi, e tu non gli daresti 20 centesimi se le loro lettere meritassero un pagamento, cercano di farsi notare sbraitando e insultando. Inetti e incapaci come sono di ogni connessione mentale, si eccitano e si ergono nell’offesa in cui non rischiano niente, protetti dalla corazza del messaggio on-line. In un confronto frontale con me finirebbe per loro come in un match di tennis 0-6, 0-6, 0-6, non vedrebbero mai la palla. E invece la comunicazione di massa li avvantaggia. Permette loro di mettere becco, di dire la loro pomposamente, di sentenziare, di mettere in ginocchio i vip, di sentirsi importanti. Che si guardino allo specchio del mattino e vedano il vuoto non è piacevole, e lo capisco, e capisco la loro voglia di rivalsa. E perciò cercano vendetta massmediatica, una vendetta che non comporta rischi né sforzi. Ammantati dell’arte cafona dell’insulto girovagano per rubriche e giornali, di cui aiutano a riempire le pagine. Tu li pubblichi perché fanno parte della galleria dei mostri contemporanei, e hai ragione. Ciascuno di loro conta purtroppo per un voto, per una premuta di telecomando, per una copia venduta, esattamente quanto ognuno di noi. E perciò non li sottovaluto. Solo li tengo al rango dello sterco.
Nessun commento.
Commenti chiusi.