da Pier Franco Schiavone
Cari stronzi, dice in sostanza, io sono io e voi non siete un cazzo. Questa è letteratura, non sono parolacce, Mughini in realtà non fa letteratura, lui scende a livello della baruffa raccontata da Goldoni. Scende nella piazza mediatica e si mette a starnazzare contro quelli che, pur non essendo un cazzo, si permettono di criticare i, sedicenti, VIP. Mughini non coglie la conseguenza del suo essere personaggio televisvo. Egli si fa ridicolizzare, in una sorta di piazza, appunto, dal pubblico che lo apostrofa ma non si scompone, siccome lo pagano, e bene, si limita a digrignare i denti e ad esprimere il massimo della sua ironia: imbecilli! Chi lo critica è subumano, non so voi ma io vi leggo un retropensiero fascista; Mughini dice: voi che non siete nulla, perché non apparite, perché non siete VIP, non siete parte dell’elite, non potete permettervi il lusso della libertà della parola, voi la mattina, davanti allo specchio, meditate sulle vostre vite di nullità e accumulate rancore contro di me che vi distruggerei in un confronto. A Mughini non viene nemmeno in mente per un attimo che lui è l’ultimo dei pensieri di chiunque non sia un suo amico o familiare. Semplicemente, chi lo critica, si diverte, perché lui rappresenta un personaggio attaccabile nella sua vacuità, nella sua sostanziale inutilità.
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