da Muin Masri
Non è nè stupido nè intelligente, è uno chi si informa e dopo tira da se le conclusioni. Un giorno da giovane stava tagliando il castagno e aveva il sole in faccia: il tronco l’ha preso in pieno e da quel giorno è rimasto così. Non tifa nessuna squadra, ma è contro la Juve, perchè “rappresenta l’arroganza del potere”. Al paese lo chiamiamo “l’uomo della pioggia vento sole e neve” per via delle sue abitudini: si sveglia presto tutte le mattine esce e ritorna la sera. Tutta colpa di sua figlia quel giorno che le disse “mi sono fidanzata con un extracomunitario”. Il suo cuore gli fece un po’ di solletico perché era convinto che fosse un negro. Per lui tutto è bianco o nero, nord o sud non esiste in mezzo il terzo mondo. Da quel giorno il medico gli raccomandò di fare un pò di moto e lui non si è più fermato. Giuan non è Travolta ma alla sagra del paese, la festa del lago e delle zanzare, fa impazzire tutte le donzelle con il suo liscio! Giuan non è mai uscito da lì, ma questo non gli impedisce di essere curioso, infatti, fa troppe domande! “cosa è questa guerra?”, mi chiese. Ho cercato di spiegargli il conflitto arabo israeliano e dopo una lunga riflessione mi disse: “sai, non riesco proprio a capire perché vi scanniate così, siete tutti e due circoncisi!”. Un’altra volta, sotto elezioni, mi chiese “chi è stato l’uomo più importante dopo Gesù?”. Gli parlai del Che Guevara che era un uomo saggio e visse fuori dal suo tempo, e lui votò Andreotti dicendomi che gli pareva il Che da vecchio. Una volta in chiesa scambiò Gesù con il Mahatma e Don Carlo se la prese a male dicendomi di lasciare stare il maratoneta, ma io non c’entravo niente! In realtà era stato Nino. E’ stata peggio quando abbiamo parlato di Bossi e Nino gli disse che era un disoccupato che parlava meglio il dialetto e di giorno viveva di scrocco dalla sorella e di notte sognava l’invasione cinese. Lui lo votò perché gli faceva pena. Non è per niente stupido il nostro amico Giuan, anzi è buono, ascolta, si informa, riflette e fa di testa sua; ieri, al Bar del paese, dopo l’ennesima discussione sulle prossime elezioni, chiese a Nino “che ne pensi?” L’amico gli ha spiegato più o meno tutto e che siamo alla svolta. Lui ci guardò a lungo e dopo disse: “Può darsi che sia vero, ma io sono davvero stanco e non so se arriverò al seggio” e andando via disse “tanto, cambiano i cazzi ma i culi sono stessi”.
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