da Gianni Guasto (psichiatra, caso mai qualcuno volesse adottarmi)
Santi Urso, di cui da tempo ammiro l’aplomb e lo stile elegantemente ironico, mi induce oggi a una riflessione sullo stile: come si può essere allo stesso tempo d’alemiani e paolocrepettiani? Dopo la scoperta dell’insospettato fagiolismo di Bertinotti avrò ora una nuova, cocente delusione?
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