da Gianluca Freda
Un giorno, speriamo non presto, Carla Bergamo mi spiegherà cosa c’entrino l’infibulazione e gli anelli al collo con il velo islamico, che è solo un abito, oltretutto, a mio avviso, elegante. Sapeva, cara Carla, che esistono dozzine di veli diversi, ognuno con un nome diverso e con funzioni diverse, che possono essere religiose, materiali, politiche e perfino seduttive? Alla faccia di chi vede nel velo solo un simbolo di sottomissione della donna, con quella tipica procedura di semplificazione che solo al razzismo riesce così bene. Cara Carla, se lei avesse mai rivolto la parola ad una donna araba, invece di giudicarla per l’abito che indossa e chiederne senz’altro l’omologazione forzosa alla nostra “way of life”, probabilmente le avrebbe spiegato il mondo di cultura e tradizioni che sta dietro quell’abito (quegli abiti) che per gente come Goldoni è solo un “mucchio di stracci”. (…)
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