da Vittorio Grondona – Bologna
Per favorire in generale i potenti fabbricanti di auto, dal dopo guerra ad oggi non si è fatto altro che sotterrare binari nel cemento. Togliere i rami secchi ferroviari era il motto politico dei democristiani e dei socialisti. In pochi anni le ferrovie dello stato, gestite secondo gli incarichi assegnati al manager politico di turno, hanno ridotto l’organico di oltre la metà, incentivando i prepensionamenti d’accordo con i sindacati compiacenti. Le merci piano piano sono scomparse anche dai nostri porti. E’ diventato infatti più conveniente trasbordare i containers nei porti del nord Europa per poi farli arrivare in Italia col treno o con altri mezzi, piuttosto che affrontare i costi dei tiri di gru e della manovalanza nei nostri porti ormai sprovvisti di collegamento ferroviario. E poi hanno il coraggio di parlarci di cabotaggio!… Ciò dovrebbe farci meditare con maggior impegno sulle esternazioni politiche che riguardano alcuni importanti progetti reclamizzati dai politici stessi di ineluttabile utilità futura, fra qualche hanno la realizzazione di quei progetti potrebbe rivelarsi come spesso accade una grave scelta sbagliata senza ritorno. Se facesse al loro caso i nostri politici attuali ci convincerebbero anche che le piramidi sono indispensabili per il nostro futuro… Detto questo, però, mi rendo conto della reale e impellente necessità di potenziare maggiormente la capacità della nostra rete ferroviaria, ma non per trarne profitto ipotetico fra venti o trenta anni, ma per goderne dei benefici adesso ed a costi accettabili per la nostra comunità che non solo diventa più povera ogni giorno, ma alla quale vengono imperiosamente limitati anche i servizi sociali indispensabili. Le risorse le stanno appunto destinando senza risparmio alcuno ad ipotetici ponti, a opere megagalattiche di impatto ambientale potenzialmente dannoso alla salute dei cittadini e, molto più tristemente, al potenziamento di armamenti per agevolare secondo una logica aberrante le cd missioni di pace… armata… (sic).
So di essere minoritario: io sono favorevole sia alla Tav che al Ponte di Messina. Mi piace di pensare di vivere in un paese moderno e non nella repubblica della gomma. (csf)
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