da Gianluca Freda
Periodicamente salta fuori un Guiotto che, dichiarandosi orgoglioso di essere italiano nell’introduzione del discorso, evita accuratamente di specificare le ragioni dell’orgoglio nel testo del medesimo. Guiotto sarà orgoglioso del prestigio di un governo che il mondo intero ci invidia? Dell’altissimo livello di alfabetizzazione italiano, attestato da più ricerche del Censis? Dell’onestà specchiata dei nostri amministratori locali o dei nostri operatori finanziari, più volte attestata dalla magistratura? Dell’eccelso livello del nostro sistema scolastico e della ricerca scientifica? Della solidità e del rigore dei nostri conti pubblici? Della grandiosità delle nostre infrastrutture e della nostra economia? Della nostra tolleranza verso gli stranieri? Della pizza e del mandolino? Personalmente, sono orgoglioso di appartenere a quell’esigua minoranza di italiani che in questa melma riesce ancora a navigarci e, ogni tanto, a spalarne qualche badilata. Senza vantarsene troppo, e senza urlare proclami di italianità, che per un popolo con il letame che gli arriva alle scapole suonano particolarmente ridicoli e fuori luogo.
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