Filippo Facci sul Giornale del 9 dicembre 2005
Io non parlo di Sofri, io parlo d’altro. Però ho visto che un giornalista del Foglio ha da poco rotto con Right Nation (un sito legato al mensile Ideazione) perché ha litigato sul caso Sofri. Io parlo d’altro, però le accuse più violente che io e il direttore di questo Giornale ci siamo mai scambiati, pubblicate su queste pagine, sono state sul caso Sofri. La stessa cosa è accaduta tra me e Mario Giordano: da allora non ci rivolgiamo la parola. La sola volta in cui dei lettori hanno chiesto che io non scrivessi più, È stato per il caso Sofri. Io parlo d’altro, vorrei farlo, poi ricordo che gli epiteti più terribili che Giuliano Ferrara ha mai rivolto contro Berlusconi sono stati per il caso Sofri, e che la più spettacolare scemenza del quinquennio l’ha pronunciata Gianni Vattimo nel dire che Sofri doveva rifiutare una grazia che avesse concesso Berlusconi. Gli insulti più duri volati nella maggioranza, tra Ignazio La Russa e Carlo Taormina, sono stati sul caso Sofri. Lo scontro istituzionale più serio, tra il Guardasigilli e il Capo dello Stato, è stato sul caso Sofri: ma io non ne parlo, io parlo d’altro, mi sforzo di capire e non ci riesco, ne sono intrappolato e non ne ho colpa, cerco di parlare di qualcosa che è più importante di Sofri stesso: perché ha dilaniato e ancora dilania questo Paese. Qualcosa che non andrà risolto tenendo in prigione Sofri, qualcosa che non andrà risolto liberandolo. Ma che noi tutti continuiamo a pagare.
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