da Isabella Guarini
Caro CSF, gli argomenti del blog corrono veloci e ciò è un utile esercizio intellelttuale. Ma qualche volta è utile fermarsi a riflettere un pò di più sugli argomenti dell’esistenza. Ho seguito senza intervenire il dibattito sull’aborto che, non son perchè, mi ha fatto ricordare del geco che risiede nella mia casa. Mi accorsi della sua presenza appena andai ad abitare nella casa rimessa a nuovo. Una calda sera d’estate, mentre ero sdraiata in poltrona a sorseggiare una fresca limonata, vidi, nel fascio di luce della tv, l’ombra mostruosa di un lucertolone, o meglio un dinosauro o di quant’altro si possa incontrare di preistorico ancora oggi. Urlai atterrita e fui raggiunta da mio marito che serafico sentenziò: ” E’ un geco, porta fortuna e mangia le zanzare”. Poi venne il gatto che cominciò a dargli la caccia. Una mattina, però, trovai il corpo di un piccolo geco a cui il felino aveva tagliato la coda. Ebbi un senso di pena e alzai gli occhi al soffitto per vedere se ci fosse mamma-geco, che ormai risiedeva in alto per la presenza del gatto in basso. Dopo dodici anni il gatto se n’è andato e il geco ha ripreso a passeggiare con qualche cucciolo. Non sono mai riuscita a scovare la tana, ma non lo farò più , nonostante il pensiero aggiacciante che possa staccarsi dal soffitto e cadermi addosso. Penso che il geco abiterà nella mia casa anche quando io non ci sarò più.
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